22 marzo 2007

Colombo e la tavola globale



afferro il Vostro libercolo,
mi lascio catturare,
dalla sapiente eleganza e leggerezza
della grafica e dall'istallazione della mostra
Colombo e la tavola globale
che fino al ventisei agosto sarà al Doria
citazioni colte, illuminate da Hikmet a Kundera
la filastrocca di Brunetto,il racconto al femminile di Maggiani
le immagini tutte azzeccate del Vostro Viaggio
i nostri riferimenti, gli stessi, condivisi, sovrapposti
pensieri, parole, immagini, video, che percepisco
che mi emozionano dentro
che mi toccano l'animo
un viaggio tra la bellezza del mondo
scopritori e scoperte di grosse foglie
fagioli e origami che volano;
ho sempre pensato che progettare
voglia prima di tutto dire emozionare
e ho la sensazione che Sara e Chiara qui ci siano
riuscite, senza troppi fronzolisottraendo,
lievitando le cose su distese di teli bianchi
bravissime è forse la cosa più scontata da dire
di cuore di certo la cosa piu sentita da scrivere

giacomo airaldi - architetto - amico - complice.......

COMUNICATO STAMPA
Un percorso attraverso le piante provenienti dalle Americhe, che diventa il pretesto per un "viaggio" simbolico: questi, in sintesi, i contenuti della mostra "Colombo e la tavola globale" che sarà visitabile dal 13 marzo al 26 agosto 2007 (dal martedì al venerdì ore 9.00-19.00; sabato e domenica ore 10.00-19.00) al Museo Civico di Storia Naturale "G. Doria".
500 anni fa un uomo solo, tormentato dal dubbio che tutto fosse sbagliato nella sua impresa, visse gli ultimi mesi della sua esistenza, nel ricordo di una terra bellissima, di una natura meravigliosa, del profumo più dolce del mondo. Partì per le Indie in cerca di ori e nuovi mercati. Ma furono i frutti delle Americhe il dono più prezioso. All’inizio disprezzati. Vennero i giorni in cui salvarono gli uomini dalla fame e dalla malattia. Oggi sono sulle nostre tavole ogni giorno. È possibile disporne facilmente. La tavola è globale. Il rituale del consumo e della convivialità sono mutati.
L’installazione artistica creata da Chiara Benedetti e Sara Maltese, giovani architette che collaborano con Brunetto De Battè, Facoltà di Architettura dell’Università di Genova, invita ad una riflessione e ad un viaggio simbolico, suggerito dal volo di numerosi uccelli "origami", verso il Nuovo Mondo, meta sconosciuta ed agognata da Colombo, attraverso la conoscenza delle principali piante agricole di interesse alimentare che dalle Americhe sono state importate in Europa.
Pomodoro, fagiolo, vite americana, patata, peperone, girasole, zucca e zucchini, mais, topinambur, avocado, patata dolce ed ananas sono le piante protagoniste di questa Mostra e per ciascuna specie vengono illustrati le caratteristiche botaniche, l’areale originario, le modalità di coltivazione, le prime descrizioni, l’introduzione e la diffusione in Europa e gli impatti economico, gastronomiche e sociale.
L’uso costante di queste piante ci ha fatto dimenticare la loro storia, poiché si dà per scontata la loro presenza nella nostra vita. È utile ed interessante, invece ripercorrere le varie tappe che le hanno portate in Europa e che le hanno fatte apprezzare, rendendole talora indispensabili nelle più accurate preparazioni culinarie. Più importanti dell’oro, per cui sono stati versati fiumi di sangue, i frutti delle Americhe sono onnipresenti sulle nostre tavole e ne possiamo disporre facilmente: la tavole è davvero globale.
A 500 anni dalla morte di Cristoforo Colombo, la mostra "Colombo e la tavola globale" ci permette di riflettere su come le nostre abitudini alimentari siano cambiate nel tempo. Lo sviluppo tecnologico e dei mezzi di trasporto permette in poco tempo di accedere a qualsiasi tipo di informazione o prodotto. Il cibo non è più rito di fusione simbolica degli uomini in comunità. Spesso si mangia soli, un pasto frugale, rapido. Il binomio più diretto rimane quello tra cibo e corpo, in una dimensione strettamente individuale. E il viaggio non è più la strada percorsa per arrivare ad una meta ma la meta stessa, non è più scoperta ma verifica, non è più lentezza ma velocità.
Partendo allora dal racconto di Cristoforo Colombo, dal ricordo del suo viaggio, della sua scoperta, l’allestimento conduce in un mondo meraviglioso, dove le piante alte quasi fino a toccare il cielo, sono la natura lussureggiante descritta nel Diario di Bordo. Sospese senza tempo su un tappeto di erba bianca, la loro dimensione da fiaba ci riporta al mondo dell’infanzia, della meraviglia. Nella scatola di legno centrale è custodita un’installazione video, che raccoglie pensieri e domande tra le parole di Colombo, solo nell’imminenza della morte, e le immagini del nostro mondo in corsa contro il tempo.Forse la bellezza, tesoro inestimabile per ogni uomo, è la risposta.

il sito del Museo Doriamuseodoria.it

Nessun commento:

Posta un commento