incrocio Terme di Caracalla + rete romana dei semafori
Lorenzo Imbesi – CRO studio – Daniele Pario Perra – Cesare Pietroiusti
"G.R.A.: la città anulare"Emanuele Piccardo – Anna Rita Emili/Altro_Studio – Lorenzo Brusci/Giardino Sonoro
“Milka: dal Campo Boario viaggio di sola andata”Bartolomeo Pietromarchi – Lorenzo Romito/Osservatorio Nomade – Matteo Fraterno
“Città nomade permanente per Colli Aniene”Enzo Scandurra – ma0 + formazero – Pieroni & Riescher
Con L’Utopia Praticabile, Understudio – progetto itinerante all’insegna delle interazioni fra arte e architettura – si addentra nelle problematiche e nella complessità relazionale degli ambiti metropolitani, mantenendo fede, così, al proprio assunto iniziale di attivare sinergie e collaborazioni non solo tra autori, ma anche fra campi disciplinari diversi, teorici ed operativi, secondo un principio che ispiri un’arte ed un’architettura come processo e qualità diffusa.
L’iniziativa si incentra su Roma, città da sempre in bilico tra passato e presente, articolandosi in due momenti: il primo, al MAXXI, con gli autori e la presentazione diretta dei progetti da loro elaborati; il secondo in un evento espositivo con sede nel Museo H. C. Andersen (artista che con la collaborazione dell’architetto E. Hèbrand lavorò sul concetto di utopia in termini realizzabili con l’idea di una città come luogo permanente di confronto di varie realtà nazionali dove confluissero necessità produttive e bisogni umani).
Il termine di utopia che la manifestazione vuole rilanciare si addice, quindi, sia al sogno di Adersen, sia alle operazioni degli artisti e degli architetti, nonché dei mediatori culturali che vi partecipano, secondo la sua ambigua etimologia: ovvero come “non luogo” e luogo del compimento della felicità, dove, come in ogni realtà pianificata, il tutto e la parte dovrebbero essere pensati per il bene del singolo e della comunità insieme.
L’utopia praticabile pone l’attenzione su quelle problematiche e dinamiche generate dal continuo modificarsi dell’identità metropolitana, guardando ad auspicabili trasformazioni sociali responsabili nella prospettiva di una nuova estetica urbana capace di incidere realisticamente su una riprogettazione delle politiche culturali nei termini di una nuova sperimentazione. La manifestazione è un confronto a vari livelli (attraverso installazioni, progetti, video, fotografie, performance, documentazioni…) che apre a un’ipotesi di attraversamento tra vari campi disciplinari attraverso otto gruppi di ricerca che hanno elaborato proposte che vanno dalla periferia più estrema agli spazi interstiziali o di cerniera fino al centro della città (che di fatto non ha più un centro), nelle quali il teorico si interfaccia con l’artista e l’architetto e ne media la relazione: si determina cosi un serrato confronto che ha dato luogo a progetti, analisi, letture, interpretazioni, ascolti, ipotesi più o meno percorribili nei termini della realizzazione, ma tutte praticabili come dispositivi di trasformazione o parametri di consapevolezza della complessa e problematica realtà metropolitana. L’attenzione si focalizza sulla plausibilità dello scambio comunicativo, sul concetto di interazione testato sul campo nelle sue effettive possibilità che si giocano sul terreno comune di una città concepita non solo come ultima trincea di sopravvivenza, ma come luogo emblematico di relazione per nuovi orizzonti urbani alla luce della molteplicità irriducibile della vita e del mondo contemporaneo.
L’obiettivo de L’utopia Praticabile è quello di attivare, attraverso l’auspicabile anche se complessa integrazione dialettica fra architetto e artista, veri e propri laboratori di ricerca sul campo, che assolvano le varie ottiche e letture (sociologiche, urbanistiche, estetiche, antropologiche, poetiche , strutturali…) della città; di contribuire alla definizione e ridefinizione di spazio urbano, che significa occuparsi concretamente dei contesti del vivere secondo modalità e termini flessibili ed in divenire. Un approccio senza modelli o soluzioni astratte, che non intende imporre né proporre macrosegni “moderni” arroganti e solipsistici artistici o architettonici, ma soprattutto proporre soluzioni senza confini in assoluto ed in particolare fra arte, architettura e urban design. La caduta delle categorie in quanto tali, ma non delle funzioni, può pertanto fornire indicazioni per una pacifica rivoluzione socio-spaziale, per una sorta di “ecodesign” globale e molteplice che tenga conto delle diverse identità storico culturali e delle nuove differenze che spesso sono interne ad una stessa città.
L’utopia praticabile è una mostra che non vuole esporre la città, ma manifestarsi come città e funzionare in quanto tale, per cui l’atto artistico ed estetico diventano metafore dell’esperienza urbana e della condizione molteplice e desultoria della vita che si manifesta con tratti di alterità spesso indecifrabile e spaesante. Lo sforzo di scavare in questa alterità, di farla propria e di farci i conti, accomuna artisti ed architetti portandoli a scavalcare barriere disciplinari e rispettivi campi di azione proponendo due tipologie d’intervento : l’esplorazione in termini etnografici o romantici, flaneriani e situazionistici e l’esperienza collettiva; la metropoli come luogo erratico e della visionarietà e la città come luogo dell’incontro e dello scontro; lo spazio dello scarto poetico e il luogo comune del sociale, comprendenti in sé varie possibilità di incroci e sovrapposizioni.
L’utopia praticabile, rispetto a ciò, non dà soluzioni chiavi in mano, ma fornisce indicazioni, in qualche caso ribaltando in positivo realtà negative, o attenendosi alla realtà cruda. Indicazioni tutte da verificare per lo più temporanee e in transito per una città in cui si addensano conflitti e tensioni che hanno fatto saltare logiche e parametri ora da riconsiderare alla luce di una metropoli che sta diventando qualcosa di “altro”, di difficile riconoscimento e collocazione del nuovo in categorie precise, che siano di sviluppo oppure di degenerazione. La rivisitazione poetica, la rilettura concettuale dello spazio deve sintonizzarsi dunque necessariamente con la trasformazione della geografia metropolitana, con le energie e le esigenze di chi vi abita quotidianamente, secondo un atteggiamento in linea con le esperienze europee all’avanguardia che interpretano la città come estensione dello spazio del vivere umano.
La manifestazione è promossa da Atac e Metro.Roma con il passaggio in via sperimentale del video “L’utopia praticabile-ipertesti mertropolitani” nei monitor della metropolitana, che ne evidenzia le caratteristiche di progetto in transito e di attraversamento che esce dai luoghi deputati e si immerge nella realtà di tutti i giorni.
Museo Hendrik Christian Andersen
Via Pasquale Stanislao Mancini 20 - ROMA
tel. 39 06 3219089 -
http://www.museoandersen.beniculturali.it/fino al 10 luglio 2007
da martedì a domenica,
9.00 -19.30 (ingresso fino alle 19.00)