26 giugno 2007

Mostra Santiago Caltrava


Santiago Calatrava
dalle forme all'architetturadal
4 luglio al 2 settembre 2007

Da mercoledì 4 luglio, e per tutta l'estate, le Scuderie del Quirinale ospiteranno la mostra, "Santiago Calatrava dalle forme all'architettura", curata da Tomàs Llorens e dedicata al complesso lavoro artistico e architettonico dell'architetto spagnolo. Segno caratteristico della figura di Calatrava, nato nel 1951, e uno dei massimi esponenti dell'architettura mondiale, è la sua vocazione all'interdisciplinarietà, la costante ricerca di forme espressive differenti, l'attenzione, paritaria e costante, verso le scienze esatte e l'ingegneria così come verso la plasticità e l'estetica delle forme. Di volta in volta "architetto-scultore" o "architetto-ingegnere", Calatrava lega, in un gioco di continui e indissolubili rimandi, gli elementi fondanti della sua ricerca: il disegno, l'architettura e la scultura.Le sculture di Calatrava in mostra hanno forme e nomi che evocano fortemente il concetto di flusso, di movimento, propri dello svolgersi della vita umana e animale. Realizzate con i più diversi materiali, dal marmo di Carrara all'ebano, dal granito all'argento, le opere esposte disegnano un affascinante percorso creativo che concorre a spiegare l'amore di Calatrava per il Rinascimento italiano, periodo in cui i maggiori artisti erano maestri in molteplici forme espressive.La mostra riflette, dunque, l'urgenza creativa e la complessità dell'opera di Calatrava, il suo essere indiscutibilmente contemporaneo nell'uso dei materiali e della tecnologia e, al tempo stesso, profondamente legato a forme e temi culturalmente radicati.Il video "Movimiento", proiettato all'inizio dell'esposizione, svelerà il significato profondo dietro al "dalle forme all'architettura" del titolo, mostrando attraverso un viaggio avvincente, il processo creativo dell'artista, dalla suggestione di un'idea alla realizzazione di un progetto.Come ormai consuetudine apprezzata da cittadini e turisti, infine, la terrazza delle Scuderie del Quirinale ospiterà, per tutta la durata della mostra, una rassegna cinematografica, curata da David Grieco, dedicata al segno architettonico: 16 grandi film nei quali protagonista è la forma della città, vera o immaginata.

24 giugno 2007

l’utopia praticabile ipertesti metropolitani






a cura di
Fabio Briguglio e Patrizia Ferri
tavola rotonda lunedì 25 giugno 2007 0re 11
MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma
inaugurazione martedì 26 giugno 2007 ore 17
Museo Hendrik Christian Andersen, Roma



UNDERSTUDIO
progetto itinerante di interazione tra arte e architettura
in collaborazione con
Fondazione VOLUME!
iniziativa promossa da
Atac e Metro.Roma

con il Patrocinio di:
Ministero dell’Università e della Ricerca
Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma
Assessorato all’Urbanistica (Politiche della Programmazione e Pianificazione del Territorio – Roma Capitale)
Assessorato alle Politiche per le Periferie del Comune di Roma
Prima Facoltà di Architettura Ludovico Quaroni - Università di Roma La Sapienza
Facoltà di Architettura Valle Giulia - Università di Roma La Sapienza
Dipartimento di Architettura e Urbanistica per l’Ingegneria - Università di Roma La Sapienza
Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Roma e Provincia
Fondazione Adriano Olivetti
Cittadellarte Fondazione Pistoletto


La manifestazione è promossa da Atac e Metro.Roma con il passaggio in via sperimentale del video
“L’utopia praticabile-ipertesti mertropolitani” nei monitor della metropolitana, che ne evidenzia le caratteristiche
di progetto in transito e di attraversamento che esce dai luoghi deputati e si immerge nella realtà di tutti i giorni.


“Pietralata: back to the future”
Alberto Abruzzese – Pentastudio – Ciriaco Campus

“Making Waves: pulsazioni sonore emozionali a Primavalle”
Salvatore Aprea – Sala 2 Architettura – Piero Mottola

“P. rainbow” Stadio Olimpico
Lorenzo Benedetti – 2A+P – PH.ON

“J.G. Ballard a Parco Leonardo”
Massimo Ilardi – Ma_A – Alberto Zanazzo

“radioDeriva: un progetto di parassitismo urbano”




incrocio Terme di Caracalla + rete romana dei semafori
Lorenzo Imbesi – CRO studio – Daniele Pario Perra – Cesare Pietroiusti

"G.R.A.: la città anulare"
Emanuele Piccardo – Anna Rita Emili/Altro_Studio – Lorenzo Brusci/Giardino Sonoro

“Milka: dal Campo Boario viaggio di sola andata”
Bartolomeo Pietromarchi – Lorenzo Romito/Osservatorio Nomade – Matteo Fraterno

“Città nomade permanente per Colli Aniene”
Enzo Scandurra – ma0 + formazero – Pieroni & Riescher


Con L’Utopia Praticabile, Understudio – progetto itinerante all’insegna delle interazioni fra arte e architettura – si addentra nelle problematiche e nella complessità relazionale degli ambiti metropolitani, mantenendo fede, così, al proprio assunto iniziale di attivare sinergie e collaborazioni non solo tra autori, ma anche fra campi disciplinari diversi, teorici ed operativi, secondo un principio che ispiri un’arte ed un’architettura come processo e qualità diffusa.

L’iniziativa si incentra su Roma, città da sempre in bilico tra passato e presente, articolandosi in due momenti: il primo, al MAXXI, con gli autori e la presentazione diretta dei progetti da loro elaborati; il secondo in un evento espositivo con sede nel Museo H. C. Andersen (artista che con la collaborazione dell’architetto E. Hèbrand lavorò sul concetto di utopia in termini realizzabili con l’idea di una città come luogo permanente di confronto di varie realtà nazionali dove confluissero necessità produttive e bisogni umani).
Il termine di utopia che la manifestazione vuole rilanciare si addice, quindi, sia al sogno di Adersen, sia alle operazioni degli artisti e degli architetti, nonché dei mediatori culturali che vi partecipano, secondo la sua ambigua etimologia: ovvero come “non luogo” e luogo del compimento della felicità, dove, come in ogni realtà pianificata, il tutto e la parte dovrebbero essere pensati per il bene del singolo e della comunità insieme.
L’utopia praticabile pone l’attenzione su quelle problematiche e dinamiche generate dal continuo modificarsi dell’identità metropolitana, guardando ad auspicabili trasformazioni sociali responsabili nella prospettiva di una nuova estetica urbana capace di incidere realisticamente su una riprogettazione delle politiche culturali nei termini di una nuova sperimentazione. La manifestazione è un confronto a vari livelli (attraverso installazioni, progetti, video, fotografie, performance, documentazioni…) che apre a un’ipotesi di attraversamento tra vari campi disciplinari attraverso otto gruppi di ricerca che hanno elaborato proposte che vanno dalla periferia più estrema agli spazi interstiziali o di cerniera fino al centro della città (che di fatto non ha più un centro), nelle quali il teorico si interfaccia con l’artista e l’architetto e ne media la relazione: si determina cosi un serrato confronto che ha dato luogo a progetti, analisi, letture, interpretazioni, ascolti, ipotesi più o meno percorribili nei termini della realizzazione, ma tutte praticabili come dispositivi di trasformazione o parametri di consapevolezza della complessa e problematica realtà metropolitana. L’attenzione si focalizza sulla plausibilità dello scambio comunicativo, sul concetto di interazione testato sul campo nelle sue effettive possibilità che si giocano sul terreno comune di una città concepita non solo come ultima trincea di sopravvivenza, ma come luogo emblematico di relazione per nuovi orizzonti urbani alla luce della molteplicità irriducibile della vita e del mondo contemporaneo.
L’obiettivo de L’utopia Praticabile è quello di attivare, attraverso l’auspicabile anche se complessa integrazione dialettica fra architetto e artista, veri e propri laboratori di ricerca sul campo, che assolvano le varie ottiche e letture (sociologiche, urbanistiche, estetiche, antropologiche, poetiche , strutturali…) della città; di contribuire alla definizione e ridefinizione di spazio urbano, che significa occuparsi concretamente dei contesti del vivere secondo modalità e termini flessibili ed in divenire. Un approccio senza modelli o soluzioni astratte, che non intende imporre né proporre macrosegni “moderni” arroganti e solipsistici artistici o architettonici, ma soprattutto proporre soluzioni senza confini in assoluto ed in particolare fra arte, architettura e urban design. La caduta delle categorie in quanto tali, ma non delle funzioni, può pertanto fornire indicazioni per una pacifica rivoluzione socio-spaziale, per una sorta di “ecodesign” globale e molteplice che tenga conto delle diverse identità storico culturali e delle nuove differenze che spesso sono interne ad una stessa città.
L’utopia praticabile è una mostra che non vuole esporre la città, ma manifestarsi come città e funzionare in quanto tale, per cui l’atto artistico ed estetico diventano metafore dell’esperienza urbana e della condizione molteplice e desultoria della vita che si manifesta con tratti di alterità spesso indecifrabile e spaesante. Lo sforzo di scavare in questa alterità, di farla propria e di farci i conti, accomuna artisti ed architetti portandoli a scavalcare barriere disciplinari e rispettivi campi di azione proponendo due tipologie d’intervento : l’esplorazione in termini etnografici o romantici, flaneriani e situazionistici e l’esperienza collettiva; la metropoli come luogo erratico e della visionarietà e la città come luogo dell’incontro e dello scontro; lo spazio dello scarto poetico e il luogo comune del sociale, comprendenti in sé varie possibilità di incroci e sovrapposizioni.
L’utopia praticabile, rispetto a ciò, non dà soluzioni chiavi in mano, ma fornisce indicazioni, in qualche caso ribaltando in positivo realtà negative, o attenendosi alla realtà cruda. Indicazioni tutte da verificare per lo più temporanee e in transito per una città in cui si addensano conflitti e tensioni che hanno fatto saltare logiche e parametri ora da riconsiderare alla luce di una metropoli che sta diventando qualcosa di “altro”, di difficile riconoscimento e collocazione del nuovo in categorie precise, che siano di sviluppo oppure di degenerazione. La rivisitazione poetica, la rilettura concettuale dello spazio deve sintonizzarsi dunque necessariamente con la trasformazione della geografia metropolitana, con le energie e le esigenze di chi vi abita quotidianamente, secondo un atteggiamento in linea con le esperienze europee all’avanguardia che interpretano la città come estensione dello spazio del vivere umano.

La manifestazione è promossa da Atac e Metro.Roma con il passaggio in via sperimentale del video “L’utopia praticabile-ipertesti mertropolitani” nei monitor della metropolitana, che ne evidenzia le caratteristiche di progetto in transito e di attraversamento che esce dai luoghi deputati e si immerge nella realtà di tutti i giorni.





Museo Hendrik Christian Andersen
Via Pasquale Stanislao Mancini 20 - ROMA
tel. 39 06 3219089 -
http://www.museoandersen.beniculturali.it/
fino al 10 luglio 2007
da martedì a domenica,
9.00 -19.30 (ingresso fino alle 19.00)

22 giugno 2007

Intervista Coop Himmelb(l)au

http://www.floornature.it/
Flores Zanchi incontra Wolf D. Prix, socio fondatore del gruppo austriaco Coop Himmelb(l)au. Un'occasione per fare luce nella complessità della sua architettura e delle sue teorie sulla città contemporanea.

>Biografia, >Intervista e Video

18 giugno 2007

Venezia Sintesi Contemporanea - 73 Works of Architecture

Venezia Sintesi Contemporanea73 Works of Architecture

Archivio di Stato di VeneziaCampo dei Frari, San Polo 3003
Venezia

inaugurazione / opening:
30 giugno 2007 ore 17.00
La mostrà resterà aperta dal 1 luglio al 20 luglio 2007
orari lunedì-giovedì 10.00 / 17.00 _ orari venerdì-sabato 10.00 / 14.00


AssociazioneMendrisioArchitetturavilla argentina CH-6850 mendrisiot. +41 79 5100364 / +39 339 6561637
mail to: asma.meetarch@gmail.com
http://www.as-ma.net/

la terza edizione del concorso Lucky Strike J. Designer Award



La Raymond Loewy Foundation, nata con lo scopo di promuovere il design nelle sue molteplici forme, scoprire nuovi talenti e spiegare al pubblico la complessità del progetto nel mondo di oggi, presenta la terza edizione del concorso Lucky Strike J. Designer Award riservato agli studenti che hanno concluso o stanno per concludere il proprio percorso universitario preparando il lavoro di tesi.
Tutte le informazioni e il bando di concorso 2007 sono reperibili sul sito ufficiale della Raymond Loewy Foundation http://www.raymondloewyfoundation.com/ nella sezione dedicata al concorso Lucky Strike J. Designer Award riservata all’Italia.
Ancora una volta la Raymond Loewy Foundation si fa promotrice e interprete della volontà di Raymond Loewy, considerato il padre dell’industrial design americano, bandendo un concorso in grado di supportare con un premio in denaro di € 30.000,00 il fortunato vincitore di questa terza edizione con il primario intento di fornire un supporto oggi a chi, meritevolmente, si farà interprete del design del futuro.
Il termine ultimo per la presentazione dei lavori di tesi è fissato al 30 Settembre 2007.

Lucky Strike J. Design Award
Raymond Loewy Foundation Italy
Via San Luca 10
20122 Milano
tel +39 02 58312997
E-mail:info-italy@raymondloewyfoundation.com
http://www.raymondloewyfoundation.com/

Incontri sulla Riforma delle Professioni


Nota introduttiva al convegno dell'Ordine degli ArchitettiRiforma delle professioni – Dis-Ordine professionale Dialogo con gli architetti romani
In Italia da oltre quindici anni si parla di riforma delle professioni. In Italia da oltre quindici anni si affossa ogni tentativo di riformare le professioni.
Intanto il sistema ordinistico mantiene un assetto vecchio, ingessato, anacronistico, che mostra sempre più tutte le sue carenze.

L’Ordine degli Architetti di Roma è convinto che, così come sono organizzati oggi, gli Ordini professionali non funzionano più e che il persistere di azioni corporative di lobby che puntano, di fatto, a mantenere lo statu quo è dannosa per il nostro sistema professionale ed è dannosa per il mondo degli architetti italiani.

Abbiamo bisogno di modernizzare i nostri sistemi di rappresentanza, intensificare le azioni di formazione e aggiornamento professionale, favorire azioni di iternazionalizzazione e promozione all’estero dei progettisti, affrontare le emergenze occupazionali dei giovani: per fare tutto questo abbiamo bisogno di strumenti nuovi.

Per questo gli ordini professionali o si cambiano o si aboliscono.

Il governo ha elaborato un disegno di legge che, secondo noi, rappresenta un punto di partenza importante e condivisibile in alcuni principi di fondo; un punto di partenza che deve portare, entro la legislatura, ad approvare la riforma.

1. Crediamo importante scardinare il principio di blindatura degli ordini oggi esistenti. Una seria riforma delle professioni deve definire con rigore le attività professionali che esprimono interessi pubblici meritevoli di tutela, da disciplinare attraverso ordini. Non tutti gli ordini, albi e collegi oggi operanti rispondono a tale criterio e per molti di essi sarebbe auspicabile una trasformazione in associazioni professionali a libera adesione.

2. Siamo convinti che non sia un tabù inviolabile la possibilità (e la necessità) di accorpamenti tra ordini per professionalità analoghe, a patto che sia rideterminato con chiarezza e rigore l'ambito di attività consentito per effetto dell'iscrizione in una specifica sezione.

3. Valutiamo positivamente la possibilità di avere libere associazioni riconosciute anche per iscritti agli ordini, che, favorendo l'identificazione di specifici profili professionali, rappresentano un arricchimento per i professionisti e non un pericoloso attacco al ruolo e alle competenze degli ordini.

4. Soprattutto pensiamo che la finalità degli ordini è prioritariamente quella di garantire gli interessi della collettività connessi all'esercizio nelle professioni e che ad essi vada riconosciuta una vera e propria funzione di authority.

Per tutti questi motivi l'Ordine di Roma ha deciso di NON aderire all’iniziativa del Comitato Unitario delle Professioni di una raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare alternativa alla proposta governativa.
La proposta del CUP appare caratterizzata da una mancanza di coraggio, da resistenza a veri cambiamenti, dalla volontà di una rigorosa conservazione degli attuali ordini professionali, nel numero e nel tipo.

Per questi motivi l’Ordine di Roma ha organizzato per il 20 giugno prossimo un convegno sulla riforma delle professioni dal titolo "DIS-ORDINE PROFESSIONALE. DIALOGO CON GLI ARCHITETTI ROMANI"maggiori informazioni sul convegno all'indirizzo:www.casadellarchitettura.it/dettagli.asp?id=9463
per discutere on-line la posizione dell'Ordine di Roma: